Museo Civico Archeologico
Introduzione
La scoperta nel 23 giugno del 1968 da parte degli speleologi Antonio Assorgia, Sergio Puddu e Franco Todde della Grotta Pirosu in località Su Benatzu con il suo inestimabile deposito votivo e le indagini archeologiche effettuate sul finire degli anni sessanta ed i primi settanta nella necropoli neolitica di Montessu-Villaperuccio e nell’insediamento pluristratificato di Pani Loriga-Santadi ad opera degli archeologi Ferruccio Barrecca, Gianni Tore ed Enrico Atzeni hanno portato, negli anni successivi, all’esigenza di realizzare a Santadi un Museo archeologico allo scopo di studiare, restaurare ed esporre i numerosi reperti provenienti da questi eccezionali siti.
Il percorso che ha portato all’istituzione ed alla realizzazione della struttura museale non è stato, come accade spesso in queste circostanze, immediato e ci sono voluti diversi anni perché si arrivasse alla sua apertura.
Nel gennaio del 2001 sotto l’egida del Ministero dei Beni Culturali, della Soprintendenza Archeologica e del Dipartimento di Scienze archeologiche e storico-artistiche dell’Università di Cagliari è stato inaugurato il Museo Civico Archeologico di Santadi sotto la curatela scientifica del compianto Remo Forresu protagonista delle ricerche archeologiche nel basso Sulcis.
Il museo
Il Museo è ubicato nella Via Umberto I (Vedi Mappa) a circa cento metri dalla Piazza Marconi vero cuore del paese dove sono presenti la chiesa parrocchiale di San Nicola di Bari ed il Municipio.
L’edificio è articolato su due livelli: nel piano superiore sono presenti la biglietteria, le sale espositive, il book-shop mentre in quello inferiore l’ufficio della Direzione, il laboratorio con annesso deposito dei reperti, i servizi per il personale ed il pubblico.
L’esposizione
Il Museo ospita i rinvenimenti archeologici del territorio comunale di Santadi e del comprensorio del Basso Sulcis con manufatti provenienti dai territori di Giba, Masainas, Nuxis, Piscinas, S. Anna Arresi, Villaperuccio.
I reperti, frutto di scavi sistematici e di ricerche di superficie, sono esposti secondo un criterio cronologico che testimoniano le vicende umane del territorio dal Neolitico fino all’Età tardo antica.
L’esposizione è distribuita su due sezioni, quella preistorica che accoglie reperti appartenenti alle fasi dal Neolitico all’Eneolitico e quella protostorica e storica dove sono esposti i materiali che vanno dall’età del Bronzo all’età medioevale.
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Inizia un viaggio dal Neolitico all’Età romana e Altomedievale ricco di storia, arte e archeologia.